

Al Mugello quel minimo distacco rovina l'esito di un esordio da cardiopalma per la Mercedes AMG, a cui serviva un podio per centrare lo "scudetto"
L'ultima gara della stagione del Gran Turismo Endurance per chi come Nova Race era impegnato nella categoria GT4 è stata una delle più emozionanti di sempre. Emozionanti, eccetto nel capire chi sarebbe arrivato primo: la Porsche Cayman dei due leader della classifica Riccardo Chiesa e Giuseppe Ghezzi, qui affiancati dal veteranissimo Fabio Babini. Partiti col miglior tempo di categoria, durante la seconda delle tre fasi di safety car di oggi si sono visti "regalare" anche un giro di vantaggio dovuto alla disposizione del serpentone di vetture Gran Turismo lungo il tracciato del Mugello al momento dell'intervento.
Ma capire se Chiesa e Ghezzi avrebbero vinto anche il titolo GT4 era tutta un'altra storia: perché il loro successo dipendeva proprio dal risultato finale dei piloti Nova Race Luca Magnoni e Aleksander Schjerpen. Se il duo italo-norvegese fosse riuscito a concludere sul podio, su qualunque gradino, si sarebbe infatti laureato campione GT4 2019. Magnoni e Schjerpen però per la prima volta su questa pista si mettevano al volante della nuovissima Mercedes AMG GT4, che ha sostituito la precedente Ginetta G55 da pochi giorni. Il varesino dopo aver preso il via ha trascorso i primissimi giri a capire il comportamento della vettura di Stoccarda in condizioni di gara contro avversari molto combattivi e, al contrario del duo Nova Race, avvezzi alle rispettive auto. Alla fine della prima mezz'ora i crono indicavano che Magnoni quando poteva girare senza guardare nello specchietto per capire se c'erano più performanti GT3 nei pressi si trovava sempre più rapidamente a proprio agio, e a pochi minuti dalla fine del suo turno iniziale dal settimo posto che occupava dopo dieci minuti di gara risaliva sesto, scavalcando la Porsche Cayman di Piccioli-Costa-Mancinelli.
Salito sulla Mercedes AMG GT4 il norvegese di Nova Race riprendeva la corsa in quinta posizione. Ma soprattutto l'inizio del turno di Schjerpen serviva a ricompattare il gruppo in una breve fase di safety car. Se alla fine del turno di apertura la vettura della stella a tre punte era a 25" dalla zona-podio che era l'obiettivo di giornata, quando la bandiera verde rimetteva in ballo le sorti della corsa il norvegese era invece a 6" dal terzo posto, in quella fase occupato da una delle tre Maserati iscritte. La vettura italiana però si ritirava e il norvegese si ritrovava a lottare per oltre metà del suo stint per il quarto posto con la Porsche Cayman di Neri-Gnemmi-Riccitelli, seguendola da presso per metà del suo turno di guida ma senza riuscire a scavalcarla. Peraltro il ritmo del norvegese dimostrava che dopo la fase di rodaggio il duo Nova Race era in grado di giocarsela con gli avversari senza timori reverenziali per quel terzo posto che avrebbe rappresentato il titolo.
Il turno finale, che per Magnoni iniziava al 68° passaggio, era una vera sfida tra chi aveva posato gli occhi sul terzo posto, mentre il primo posto era tranquillamente nelle mani della Cayman dei leader e il secondo agevolmente in mano alla BMW M4, peraltro equipaggio non più pericoloso per il duo Nova Race in campionato. Magnoni si trovava così a lottare contro la Maserati del professionista delle ruote coperte Fabio Francia e con la Cayman della giovane promessa Simone Riccitelli. Quest'ultimo usciva di scena dopo una collisione con un altro avversario e il terzo posto diventava una questione a tre tra Francia, Magnoni e, in modo bizzarro, Luca Demarchi. Quest'ultimo in realtà, staccato di un giro, non aveva speranze di podio ma risultava determinante per il risultato, perché teneva alle spalle il varesino per quanto gli hanno consentito le forze sue e della sua Porsche. Magnoni scavalcava la Cayman del compagno di colori dei leader della classifica a meno di dieci minuti dal termine, troppo tardi per recuperare terreno e tentare quel sorpasso decisivo sul pilota Maserati che avrebbe rappresentato la conquista dello scudetto GT4.
LUCA MAGNONI: "In questo fine settimana non abbiamo lasciato niente di intentato per arrivare a conquistare il titolo GT4 Endurance. Eravamo l'unico equipaggio al 100% costituito da gentlemen e nonostante questo siamo riusciti a giocarcela fino alla fine contro avversari che hanno messo al volante celebri veterani o giovani promesse. Per appena un secondo e mezzo non siamo riusciti a salire su quel podio che era il nostro obiettivo per centrare il titolo e nell'ultimo turno abbiamo anche visto che essere in minoranza in pista può essere un handicap, quando la seconda vettura del team campione ha fatto di tutto per tenerci dietro malgrado fosse staccata di un giro".
ALEKSANDER SCHJERPEN: "Per me è stata una trasferta molto interessante: nuova auto da scoprire, una nuova pista dove non avevo mai corso prima. Abbiamo lottato fino alla fine e dato il massimo delle nostre possibilità: chiudere la stagione come vice-campioni Endurance GT4 e con due vittorie è un bilancio positivo della mia stagione in Italia, per cui ringrazio chi mi è stato accanto, team, compagno di squadra e chi mi ha sostenuto".















































































